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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Nath (del 11/03/2007 @ 21:46:39, in 7.Diritto d'autore (e dintorni), linkato 1079 volte)
Sembra che la Francia non abbia le idee molto chiare in materia di legislazione sul diritto d'autore e i diritti connessi nella società dell'informazione. Lo dimostra un'articlo di Le Monde pubblicato il 23 febbraio 2007.
Da una parte, i francesi vogliono sviluppare l'accesso al software e ai sistemi operativi open source come Linux. Tanti parlamentari vogliono infatti che i poteri pubblici facciano un uso più ampio del software libero. L'autunno scorso, l'Assemblea Nazionale ha annunciato che, per la prossima legislatura i computer dei deputati, che attualmente utilizzano sistemi commerciali, saranno sostituiti da altri aventi Linux come sistema operativo. Fino qui tutto bene.
Dall'altra, essi rimangono molto rigidi sull'utilizzo dei Digital Rights Managements (DRM). Poco dopo l'annuncio dell'Assemblea Nazionale, a inizio gennaio, il Ministero della Giustizia ha emanato una circolare relativa alla repressione penale in caso di aggiramento dei DRM. Questa circolare ricorda che il copiare per utilizzo privato è permesso dalla legge sul diritto d'autore (DADSVI), ma se lo si fa aggirando i DRM esso diventa illegale. Significa che se una persona, per fare una copia di un film acquistato regolarmente su Dvd, ma protetto, scarica su Internet una versione sprotetta, sarà soggetto a una sanzione pecunaria di 750 euro. Inoltre, quando un utente scarica un file utilizzando un sistema P2P, egli lo diffonde allo stesso tempo. Ma la circolare non prende in considerazione questo fatto e prevede che l'utente sia punito solo per lo scaricamento e non per la diffusione. Invece, la Corte Costituzionale considerava entrambe queste attività come degli atti di contraffazione e quindi punibili di 300 000 euro di multa e 3 anni di prigione. Infine, la circolare fa la differenza tra gli utenti del P2P per uso privato e quelli che lo fanno a scopo di lucro, i quali sono soggetti ad una sanzione più grave.
Il paradosso che risulterà dall'applicazione di questa circolare sarà che i parlamentari francesi che useranno Linux saranno costretti a piratare i CD o DVD che vorrano utilizzare sui loro computer e quindi a non rispettare la legge. A dire il vero, la situazione in ambiente Linux è piuttosto complessa, in quanto già nel 2003 il suo inventore e guru del software libero, Linus Torvalds, si dichiarava possibilista a riguardo del supporto dei DRM da parte di Linux. Quattro anni più tardi, il problema non sembra risolto, anche se Linux viene spesso associato al motto "NO DRM" e Microsoft al suo utilizzo massiccio.
Per evitare altre contraddizioni simili a questa, il problema andrebbe affrontato da un altro punto di vista. Innanzitutto, il fenomeno della copia non è nuovo (si pensi alle fotocopie o alla registrazione di audiocassette), ma la novità portata dalla tecnologia digitale sta nella facilità del processo di copiare in grande quantità e velocemente. Inoltre, Internet, soprattutto con l'avvento della banda larga, rende la diffusione quasi instantanea. Questo progresso ha impaurito l'industria dei media e i creatori, che temono per i mancati ricavi. Invece di combattere il sistema (in questo caso il P2P), bisognerebbe trovare il modo di utilizzarlo per rinvigorire e innovare l'industria esistente.
Quindi, la prima sfida lanciata ai parlamentari è quella di risolvere il conflitto tra gli interessi dei proprietari (di opere e di software) e quelli dei consumatori per soddisfare sia gli uni che gli altri. Per esempio, si potrebbe valorizzare la figura dell'utente, inserendolo nella catena del valore dei contenuti digitali, rendendolo consapevole che azioni illegali si rivolterebbero non solo contro l'industria, ma anche contro gli stessi utenti.
Della seconda sfida ne parleremo in un prossimo articolo.
Da una parte, i francesi vogliono sviluppare l'accesso al software e ai sistemi operativi open source come Linux. Tanti parlamentari vogliono infatti che i poteri pubblici facciano un uso più ampio del software libero. L'autunno scorso, l'Assemblea Nazionale ha annunciato che, per la prossima legislatura i computer dei deputati, che attualmente utilizzano sistemi commerciali, saranno sostituiti da altri aventi Linux come sistema operativo. Fino qui tutto bene.
Dall'altra, essi rimangono molto rigidi sull'utilizzo dei Digital Rights Managements (DRM). Poco dopo l'annuncio dell'Assemblea Nazionale, a inizio gennaio, il Ministero della Giustizia ha emanato una circolare relativa alla repressione penale in caso di aggiramento dei DRM. Questa circolare ricorda che il copiare per utilizzo privato è permesso dalla legge sul diritto d'autore (DADSVI), ma se lo si fa aggirando i DRM esso diventa illegale. Significa che se una persona, per fare una copia di un film acquistato regolarmente su Dvd, ma protetto, scarica su Internet una versione sprotetta, sarà soggetto a una sanzione pecunaria di 750 euro. Inoltre, quando un utente scarica un file utilizzando un sistema P2P, egli lo diffonde allo stesso tempo. Ma la circolare non prende in considerazione questo fatto e prevede che l'utente sia punito solo per lo scaricamento e non per la diffusione. Invece, la Corte Costituzionale considerava entrambe queste attività come degli atti di contraffazione e quindi punibili di 300 000 euro di multa e 3 anni di prigione. Infine, la circolare fa la differenza tra gli utenti del P2P per uso privato e quelli che lo fanno a scopo di lucro, i quali sono soggetti ad una sanzione più grave.
Il paradosso che risulterà dall'applicazione di questa circolare sarà che i parlamentari francesi che useranno Linux saranno costretti a piratare i CD o DVD che vorrano utilizzare sui loro computer e quindi a non rispettare la legge. A dire il vero, la situazione in ambiente Linux è piuttosto complessa, in quanto già nel 2003 il suo inventore e guru del software libero, Linus Torvalds, si dichiarava possibilista a riguardo del supporto dei DRM da parte di Linux. Quattro anni più tardi, il problema non sembra risolto, anche se Linux viene spesso associato al motto "NO DRM" e Microsoft al suo utilizzo massiccio.
Per evitare altre contraddizioni simili a questa, il problema andrebbe affrontato da un altro punto di vista. Innanzitutto, il fenomeno della copia non è nuovo (si pensi alle fotocopie o alla registrazione di audiocassette), ma la novità portata dalla tecnologia digitale sta nella facilità del processo di copiare in grande quantità e velocemente. Inoltre, Internet, soprattutto con l'avvento della banda larga, rende la diffusione quasi instantanea. Questo progresso ha impaurito l'industria dei media e i creatori, che temono per i mancati ricavi. Invece di combattere il sistema (in questo caso il P2P), bisognerebbe trovare il modo di utilizzarlo per rinvigorire e innovare l'industria esistente.
Quindi, la prima sfida lanciata ai parlamentari è quella di risolvere il conflitto tra gli interessi dei proprietari (di opere e di software) e quelli dei consumatori per soddisfare sia gli uni che gli altri. Per esempio, si potrebbe valorizzare la figura dell'utente, inserendolo nella catena del valore dei contenuti digitali, rendendolo consapevole che azioni illegali si rivolterebbero non solo contro l'industria, ma anche contro gli stessi utenti.
Della seconda sfida ne parleremo in un prossimo articolo.
Di Mobspace (del 01/02/2007 @ 18:10:43, in 7.Diritto d'autore (e dintorni), linkato 2587 volte)
Come tante altre persone, sono un appassionato delle Iene, trasmissione televisiva prodotta da Mediaset che si occupa di commentare, in modo ironico e tagliente, ma qualche volta anche un po' pesante, fatti, storie e personaggi del panorama italiano. L'aspetto che apprezzo di piú del programma é la possibilitá di raccontare le proprie storie (spesso davvero incredibili) alle Iene, che in un modo o nell'altro, le renderanno pubbliche, cercando anche di far luce su ció che ai "comuni mortali" non é permesso sapere. Per esempio, ho seguito con grande interesse il reportage sullo sfruttamento dei lavoratori precari dei call center, "i cui contributi servono, come quelli di tanti altri giovani, a pagare le pensioni degli anziani". Le mie Iene preferite? Giulio Golia e Alessandro Sortino , per la serietá, l'ironia e la competenza con cui trattano temi anche molto scottanti.
Ma cosa ci fa un post sulle Iene in questo sito? Beh, vivendo all'estero e non essendo la televisione via Internet ancora proprio una realtá (anche se ultimamente qualcosa si sta muovendo, finalmente...), ho apprezzato moltissimo la possibilitá di vedere in streaming di alta qualitá tutti i servizi delle care Iene. Grazie al motore di ricerca, era possibile anche gustarsi delle vecchie "chicche" o farsi una scorpacciata dei servizi della iena di turno. Questo servizio, assieme alla possibilitá di raccontare via Internet le proprie storie alle iene, faceva del loro sito uno dei miei preferiti. Certo, la tecnologia con cui era realizzato non era proprio la piú moderna, quindi recentemente hanno pensato bene di lanciare il nuovo sito. Bello, piú ricco di contenuti e organizzato in modo migliore. Esiste ancora il motore di ricerca, si possono contattare le Iene e l'archivio di video in streaming é disponibile. Cosa non va allora?
Beh, a dire la veritá i video ora sono disponibili in due formati: Windows Media (wmv), visibile a tutto schermo, e in Flash (powered by Libero Video). Purtroppo, in parecchi casi, cliccando sul formato visibile a tutto schermo compare la seguente schermata:

Come mai i contenuti non sono visibili all'estero? Non tutti, peró...in alcuni casi, peró, i video sono vengono riprodotti correttamente.Volendo approfondire la questione, mi sono accorto di alcune differenze che ci sono fra i vari video: in primo luogo, sembra non risiedano tutti sullo stesso server. Infatti, alcuni iniziano cosí:
mms://video.jumpy.it/adiene/anno/mese/nomevideo.wmv?v=adiene/anno/mese/nomevideo.wmv&tv=pc
o mms://video.jumpy.it/adiene/anno/mese/nomevideo.wmv?v=adiene/anno/mese/nomevideo.wmv
mentre altri sono codificati in questo modo:
mms://vod.wm9.p1.str3.com/005000_od_str3_mediaset-tv_mi/nomefile.wmv&tv=pc
o mms://vod.wm9.p1.str3.com/005000_od_str3_mediaset-tv_mi/nomefile.wmv
I video che non sono visibili all'estero sembrano essere quelli che terminano con la stringa "&tv=pc". Aprendo Windows Media Player e cercando di aprire il file, inserendo la stringa senza quella terminazione, il video viene riprodotto senza problemi. Anche all'estero.
Ora mi chiedo...visto che la filosofia seguita dalle Iene é stata quella della massima diffusione dei propri contenuti, senza limitazioni di sorta, mi sembra strano che comincino a "chiudere" alcune porte...Una cosa simile é avvenuta con le radiocronache delle partite di calcio su Radio1, fino a poco fa disponibili in streaming e da qualche mese (mi pare a partire dai Mondiali di quest'anno) non piú fruibili all'estero. Nel caso della Rai, si trattava di una decisione presa, sembra, a tavolino, che ha scontentato molti utenti (soprattutto all'estero). In questo caso, ci troviamo di fronte ad un errore involontario o ad una strategia ben precisa?
Ma cosa ci fa un post sulle Iene in questo sito? Beh, vivendo all'estero e non essendo la televisione via Internet ancora proprio una realtá (anche se ultimamente qualcosa si sta muovendo, finalmente...), ho apprezzato moltissimo la possibilitá di vedere in streaming di alta qualitá tutti i servizi delle care Iene. Grazie al motore di ricerca, era possibile anche gustarsi delle vecchie "chicche" o farsi una scorpacciata dei servizi della iena di turno. Questo servizio, assieme alla possibilitá di raccontare via Internet le proprie storie alle iene, faceva del loro sito uno dei miei preferiti. Certo, la tecnologia con cui era realizzato non era proprio la piú moderna, quindi recentemente hanno pensato bene di lanciare il nuovo sito. Bello, piú ricco di contenuti e organizzato in modo migliore. Esiste ancora il motore di ricerca, si possono contattare le Iene e l'archivio di video in streaming é disponibile. Cosa non va allora?
Beh, a dire la veritá i video ora sono disponibili in due formati: Windows Media (wmv), visibile a tutto schermo, e in Flash (powered by Libero Video). Purtroppo, in parecchi casi, cliccando sul formato visibile a tutto schermo compare la seguente schermata:

Come mai i contenuti non sono visibili all'estero? Non tutti, peró...in alcuni casi, peró, i video sono vengono riprodotti correttamente.Volendo approfondire la questione, mi sono accorto di alcune differenze che ci sono fra i vari video: in primo luogo, sembra non risiedano tutti sullo stesso server. Infatti, alcuni iniziano cosí:
mms://video.jumpy.it/adiene/anno/mese/nomevideo.wmv?v=adiene/anno/mese/nomevideo.wmv&tv=pc
o mms://video.jumpy.it/adiene/anno/mese/nomevideo.wmv?v=adiene/anno/mese/nomevideo.wmv
mentre altri sono codificati in questo modo:
mms://vod.wm9.p1.str3.com/005000_od_str3_mediaset-tv_mi/nomefile.wmv&tv=pc
o mms://vod.wm9.p1.str3.com/005000_od_str3_mediaset-tv_mi/nomefile.wmv
I video che non sono visibili all'estero sembrano essere quelli che terminano con la stringa "&tv=pc". Aprendo Windows Media Player e cercando di aprire il file, inserendo la stringa senza quella terminazione, il video viene riprodotto senza problemi. Anche all'estero.
Ora mi chiedo...visto che la filosofia seguita dalle Iene é stata quella della massima diffusione dei propri contenuti, senza limitazioni di sorta, mi sembra strano che comincino a "chiudere" alcune porte...Una cosa simile é avvenuta con le radiocronache delle partite di calcio su Radio1, fino a poco fa disponibili in streaming e da qualche mese (mi pare a partire dai Mondiali di quest'anno) non piú fruibili all'estero. Nel caso della Rai, si trattava di una decisione presa, sembra, a tavolino, che ha scontentato molti utenti (soprattutto all'estero). In questo caso, ci troviamo di fronte ad un errore involontario o ad una strategia ben precisa?
Di Mobspace (del 23/01/2007 @ 14:33:25, in 7.Diritto d'autore (e dintorni), linkato 1143 volte)
Uno dei temi piú discussi recentemente riguarda l'aggiornamento della legislazione sul diritto d'autore. Infatti, è improponibile nell'era digitale continuare ad applicare leggi ormai obsolete, studiate per opere cartacee o comunque disponibili su supporto fisico, quando oggi vengono fruite in modo digitale. La discussione e soprattutto la soluzione a questi temi è complessa; nella maggior parte dei casi, i governi hanno giá provveduto ad aggiornare la legislazione, non senza polemiche. Sono state anche proposte e realizzate diverse soluzioni tecniche, come i DRM. Il loro utilizzo in alcuni casi ha portato le aziende ad abusarne, come nel famoso caso del "Sony rootkit", portando gli utenti a fidarsi sempre di meno delle stesse. Un'altra corrente, invece, propone di vedere il problema sotto una prospettiva completamente nuova, incoraggiando lo scambio senza vincoli e controlli di informazioni digitali, in nome della "cultura libera". I Creative Commons sono il risultato di questo movimento e hanno giá incontrato molti consensi, ma anche delle critiche.
La partita è aperta e non mancheranno i colpi di scena, che naturalmente saranno l'argomento di questa sezione del blog.
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